LA STORIA DI STELLINA
di Ines Scarparolo

C'era una volta una stellina pallida e svogliata che, notte dopo notte, si faceva condurre da Mamma Orsa Maggiore nei pressi di un imponente castello. Lì giunta, la piccola si appoggiava tra i rami di un alto abete che guardava nelle stanze di una bionda Principessa. Com'era bella! Dormiva di un sonno profondo, con le labbra atteggiate al sorriso; i suoi lunghi e soffici capelli sembravano carezzare con tenerezza il suo giovane volto.



Stellina l'ammirava per ore, sospirava e pensava tra se':

"Come dev'esser bello riposare baciati dalla luna, cullati dal canto dei grilli, senza pensiero alcuno...
Come vorrei non essere costretta a vegliare; i sogni scivolano dal cielo, mi sfiorano e subito si allontanano, abbandonandomi alla noiosa realtà. Quale sogno starà vivendo questa fanciulla per sorridere con tanta dolcezza?
"

Il mattino, non appena l'alba tingeva di un tenue rosa il paesaggio attorno, la mamma riportava Stellina nel grande Universo.
La piccola piagnucolava infelice, chiedendo giorno dopo giorno:

"Ti prego, lasciami restare ancora accanto alla Principessina! Voglio osservare come trascorre la sua giornata e capire il perchè della sua serenità!"

Mamma Orsa Maggiore, con incredibile pazienza, le spiegava che i raggi del sole erano troppo potenti per le Stelle; il suo volto si sarebbe tramutato in carbone e le sue punte delicate si sareb-
bero presto bruciate per il troppo calore.
Al ritorno nel suo Universo, Stellina si rincantucciava il più lontano possibile da compagne e famiglia, rifuggendo, con lacrime e capricci, dai compiti che, nel Cosmo, Dio affidava a ciascuno.
L'alba di una mattina d'estate Stellina riuscì a nascondersi agli occhi della madre che, a lungo, la cercò disperata. Il sole sopraggiunse presto e la povera Mamma dovette fuggire, sconsolata. Si rivolse allora, con umiltà e speranza, all'Artefice del Mondo e gli chiese di proteggere, in qualunque maniera egli ritenesse opportuna, la sprovveduta figliola.
Il Creatore del Mondo raccolse le preziose lacrime della povera madre e le sparse su monti e pianure, trasformandole in preziosi cristalli. La pietra più grossa rotolò lungo il sentiero del Castello, si fermò presso il grande abete e lì avvolse Stellina che cercava inutilmente riparo dal calore.


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La piccola stella risentì di un immediato refrigerio ma, al con-tempo, si rese conto di essersi trasformata in pietra.
Intanto, al Castello, la Principessina si era destata e, scorto lo splendido lucore proveniente dal giardino, si era affacciata stupita al davanzale scorgendo subito quella grossa stella di cristallo sospesa tra i rami.

"Babbo, vieni, presto! - chiamò la ragazza concitatamente. E' caduta una stella dal cielo!"


Il Re suo padre accorse stupito e, toccando con dolcezza le punte di cristallo, si accorse che, nel piccolo cuore di luce, era rimasta imprigionata una Lacrima di Madre. Anche la sua figliola osservava ora quella lacrima che struggeva il cuore e, con dolcezza e rimpianto, carezzò con tenerezza la Stellina di pietra che, ne era sicura, la mamma le aveva inviato dal Cielo.

"Moglie cara - pensava intanto il Re - quanto bene ci rechi ancora dal Paradiso! La lacrima di questa preziosa stella mi ha sfiorato, lieve, il volto; è stata catturata dalle mani di questa mia figliola; tornerà, notte dopo notte, a consolarci con la tua cara immagine."

Chiese quindi a Dio di ricondurre la Stellina nel cielo, imprigionando nel suo profondo, il sorriso suo e della sua bambina. L'Artefice del Mondo guardò dall'alto quelle anime buone, richiamò a se' la Regina del Castello e la madre di Stellina quindi, con un'esplosione di luci, abbracciò il luminoso cristallo e lo riportò nell'Universo.


Ines Scarparolo