Una storia di poesia e umanità nelle strade di Teheran.
Premio “Città di Milano” del Comune di Milano al lungometraggio più votato dal pubblico al film:


Poet of the wastes di Mohammad Ahmadi
uno spazzino che si innamora di una donna vista per strada. Apprende la storia di lei per avere rovistato nell’immondizia. Le invierà delle poesie che un poeta, divenuto amico dello stesso timido spazzino, lascia, a sua volta, nella spazzatura. La speranza dell’uomo è che la bella donna si innamori di lui.
Un film minimale che si stabilizza all’interno di un meccanismo di semplice impatto e che proprio nella sua eccessiva reiterazione ritrova i suoi maggiori difetti. Proprio per questo l’idea che nasce attorno a questo moderno e impacciato Cyrano sarebbe stata sufficiente per un film che nella minore durata potesse dare maggiore risalto alla storia e al suo dispositiv
Poet of the wastes nasce da una sceneggiatura di Mohsen Makhmalbaf ed è la storia di o narrativo.
Non è sempre sufficiente parlare di poesia per realizzare un’opera di poesia, è necessaria la ricerca di una profondità che non sempre si ritrova nel film di Ahmadi, è necessaria una maggiore attenzione allo spessore dei personaggi e all’evoluzione della narrazione per costruire quel mosaico in cui trovi posto anche, in un’ottica di largo respiro, un’ipotesi di storia che traduca anche le inquietudini sociali. Nell’universo autoreferenziale di Poet of the wastes tutto ciò non si ritrova o lo si ritrova poco e quindi, pur nella sua curata rappresentazione, l’idea che sviluppa si esaurisce con la stessa immediatezza della sua rivelazione.


Mohammad Ahmadi Nasce nel 1962 a Yazd, città della provincia centrale dell’Iran. Inizia la sua carriera nell’ambito della produzione cinematografica, settore in cui lavora sino al 1992. Nel 1991 si laurea in fotografia all’Università delle Belle Arti di Teheran. Dal 1992 lavora come fotografo per l’Iran’s Handicraft Organization. Poet of the Wastes è il suo primo lungometraggio come regista.