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LO SVILUPPO ECONOMICO
di SHIRIN EBADI, Premio Nobel per la Pace 2003.
articolo realizzato da Pirooz.
L’avocatessa,docente universitaria,scrittrice iraniana di 59 anni,madre di due figlie. E’ la terza Nobel per la Pace (eletta tra 165 candidati) di confessione musulmana.E’ undicesima donna premiata dall’1901.



Come sarà possibile lo sviluppo economico senza rispettare i diritti umani?


Nell’introduzione della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si parla di un mondo privo di terrore e povertà: un mondo ideale per l’umanità tutta.
Però, nell’arco dei 55 anni trascorsi dall’approvazione della dichiarazione, il mondo e l’umanità non è stato mai immune alle tragedie di guerra e povertà.
Oggi la paura e l’insicurezza sono arrivate anche nei paesi democratici e più sviluppati. Tragedie infinite come fame, estrema povertà, sotto sviluppo, accesso negato all’acqua potabile, alla sanità e ai farmaci occupano vaste aree del mondo.
Viviamo in un mondo dove 1/6 della popolazione guadagna un(1) dollaro al giorno e negli ultimi tre anni 50 Paesi sono diventati ancora più poveri.
Quale potrebbe essere il motivo di questa situazione così disastrata?

Credo che uno dei motivi principali risieda nel fatto che, amara realtà, negli ultimi 50 anni non ci sia stata una vera e radicale lotta per fermare le principali cause di guerre e fame.

In pratica, con mezzi differenti, si sono create le condizioni perché questo dramma si realizzasse.
Esistono trattati e accordi internazionali che sanciscono il rispetto dei diritti civili e politici, dei diritti economici, sociali e culturali; sono decine e decine di convenzioni internazionali stilate allo scopo di eliminare discriminazioni razziali e ideologiche, perché ogni popolo abbia il diritto di decidere il proprio destino e rivendicare le loro scelte in termini di risorse economiche e naturali. Tutto ciò è stato approvato dalle Nazioni Unite ma, in pratica, la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo è diventata carta straccia e non viene rispettata.

LA LIBERTA’ E LA GIUSTIZIA HANNO BISOGNO UNA DELL’ALTRA .
SENZA LIBERTA’ NON SI ARRIVA ALLA GIUSTIZIA SOCIALE MA LA LIBERTA’ DA SOLA NON PUO ’ ELIMINARE POVERTA’ E DISCRIMINAZIONE SOCIALE.

Secondo le Nazioni Unite sono stati individuati otto obbiettivi per poter arrivare ad un equo sviluppo mondiale :
1- L’eliminazione della povertà e della fame nel mondo
2- L’accesso all’istruzione elementare per tutti i bambini del mondo
3- Promuovere l’uguaglianza e la parità tra donne e uomini, migliorare le condizioni di vita della donna
4- Abbassare la mortalità infantile
5- Migliorare la condizione della donna durante la maternità e abbassare la mortalità delle donne a causa del parto
6- La lotta contro le malattie pericolose come Aids e malaria
7- Protezione sostenibile dell’ambiente
8- La partecipazione mondiale per lo sviluppo economico


La differenza tra Paesi sviluppati e quelli non sviluppati è incredibilmente grande e profonda, per esempio in Giappone la vita media è di 81,3 anni mentre nella Sierra Leone è 34,5 anni.
L’82,2% della popolazione dell’ Uganda vive con un dollaro al giorno, questa percentuale nei Paesi sviluppati è dello 0%.
In Angola su ogni 1000 neonati muoiono 154 bambini prima di arrivare ai 2 anni per carenza di igiene, povertà economica e culturale se guardiamo ai Paesi europei e all’America la mortalità infantile oscilla da uno a dieci bambini.

Come si fa ad arrivare ad uno sviluppo senza una partecipazione mondiale?

La concessione di prestiti e crediti per progetti destinati allo sviluppo di un Paese è la strada più facile che si possa percorrere. Tuttavia seguendo questa strada possiamo andare incontro ad un grande pericolo: nei Paesi con governi non democratici o dittatoriali tutti i poteri politici ed economici sono nelle mani di una sola persona o un gruppo limitato di persone e concedere un credito a questi regimi vuol dire favorire i dittatori contro il popolo da loro oppresso.

Se diamo prestiti ai dittatori la loro posizione ne viene rafforzata e i diritti del popolo vengono sempre più calpestati e disattesi. In questo modo, purtroppo, i diritti umani e la democrazia non avranno speranze.
E non dobbiamo nemmeno concedere prestiti ai “presidenti a vita”, a quei Paesi dove c’è un sistema mono-partito, a sovrani illiberali che non riconoscono i diritti delle minoranze o la libertà di pensiero, altrimenti saremmo loro complici.

Gli studenti, in un paese non democratico, come possono far sentire alla gente la loro voce?


Questo problema l’avevano anche i nostri studenti in Iran dove solitamente i giornali non erano disposti a scrivere le notizie relative alla vita dell’ università e il motivo principale perché ciò accadeva era semplicemente perché gli studenti erano contro il regime.

Ora gli studenti hanno fondato” ISNA” un’agenzia stampa che adesso tutti gli iraniani consultano per avere una notizia valida, un’esperienza che sarebbe bello tutti lo potessero fare.

Tutti gli studenti in tutto il mondo lottano contro le ingiustizie e i problemi che affliggono la società e il popolo, è proprio per questo che si dice “vita da studente “, che significa una vita piena, sempre in lotta tra ricerca e soluzione di tanti problemi sociali. E’ lottando per i nostri diritti che la vita diventa più bella!

L’embargo è una soluzione per eliminare una dittatura?

No, non lo è!
Io sono contro l’embargo. L’embargo favorisce solo i re o gli imperatori non il popolo che soffre! Esiste una bella differenza tra l’embargo e dare credito ai dittatori perché il popolo non può avere nessuna forma di controllo sulle spese fatte dal governo.
La storia dimostra che i dittatori oltre ad essere violenti sono anche ladri.

I dittatori prendono i soldi ma è il povero popolo che poi li deve restituire, per questo io sono contraria.
Dobbiamo rimettere questi Paesi sulla retta via del rispetto dei diritti umani. Come?!

Prima di tutto bisogna creare una mappa mondiale in cui si possa immediatamente individuare lo stato delle cose in ogni Paese a rischio democrazia e su questa base decidere, di volta in volta, se concedere finanziamenti o no a questo o a quel Paese.

E quando le banche mondiali, oppure altre organizzazioni,vogliono concedere finanziamenti o prestiti, dovranno prima verificare la situazione dei tre anni precedenti di questi Paesi e solo se saranno stati rispettati democrazia e diritti umani i finanziamenti potranno essere elargiti. Diversamente le casse dovranno rimanere chiuse.

Dare prestiti alle singole persone, come fanno con le donne le banche etiche in Bangladesh e India,
è molto positivo. Ci sono delle persone che con pochi soldi riescono a crearsi un ottimo lavoro. Per esempio abbiamo visto come una macchina da cucire o un trattore possano salvare una famiglia dalla fame.
Quindi dare i prestiti e finanziamenti alle singole persone perché possano crearsi un’attività, trovare un lavoro è uno dei modi migliori per arrivare ad una società stabile.

Come si fa a portare democrazia dove la gente è oppressa?


La Democrazia non arriva improvvisamente nell’arco di una notte.
La Democrazia non è un dono che regaliamo ad un popolo in un vassoio d’oro.
La Democrazia non è la bomba che lanciano gli aerei sulla testa di un popolo.
La Democrazia è un processo storico che deve avere la sua naturale evoluzione.
La Democrazia è una cultura che deve germogliare e si deve sviluppare nella coscienza della gente.

La rabbia è il peggior nemico della ragione e un popolo arrabbiato, tenuto in condizioni di sottosviluppo può commettere errori anche che vanno contro la sicurezza mondiale. Purtroppo è così che si crea il circolo vizioso del terrorismo.

I fondamentali diritti dell’uomo sono ottenibili solo attraverso la democrazia e devono far parte della cultura nazionale di ogni Paese e della sua costituzione.

I diritti umani non sono una merce da importare o da esportare.

Il popolo deve poter esercitare la democrazia. deve conoscerne i vantaggi politici.
Ogni popolo deve lottare per avere la democrazia e una volta arrivati alla democrazia , devono proteggerla ma soprattutto devono stare attenti a non ferirla.

Per me la democrazia assomiglia a un fiore. Dovete dargli acqua tutti i giorni.
Ad un fiore non si può dare un po’ d’acqua una volta ogni tanto e pensare di aver portato a termine il vostro lavoro. Per la democrazia è lo stesso, dovete alimentarla ogni giorno dell’anno e della vostra vita.
Bisogna avere cura della democrazia come di un dono prezioso che non deve morire mai nei nostri cuori e nelle nostre menti.