Sepideh Farsi

Tehran bedoune moja vez di Sepideh Farsi
Sepideh Farsi - nata a Teheran, dove ha vissuto fino all’età di 19 anni prima di trasferirsi in Francia - scende per le strade di quella che è stata a lungo la sua città e, catturando le immagini in movimento con un telefonino (anche per dare allo spettatore la sensazione di circolare per le stesse strade), cerca di raccontarla - poche settimane prima delle elezioni presidenziali - attraverso le persone che la abitano.

Grazie allo strumento poco invasivo che ha scelto per filmare, testimonia dialoghi tra le persone che incontra e talvolta sceglie di interagire con loro attraverso semplici domande sulla vita di tutti i giorni.
Ciò che risulta dal suo peregrinare - solo apparentemente casuale - per le strade della metropoli, è il ritratto di un Paese di grande fascino e cultura e dai molti paradossi di cui tradizione e modernità, povertà e ricchezza, sono solo alcuni tra i molti volti. La distanza minima dagli interlocutori che il mezzo di ripresa scelto permette, sembra sciogliere ogni riserva da parte delle persone filmate che, per nulla intimorite, si aprono di buon grado alla regista.

La regista
Sepideh Farsi, classe 1965, lavora come fotografa prima di decidere di dedicarsi al cinema. Dopo avere girato alcuni cortometraggi e documentari, realizza il suo primo film di finzione, Le voyage de Maryam (2003), cui fanno seguito Khab-e khak (Rêves de sable, 2003) che racconta di un camionista, una giovane sposa ed un ragazzo di strada che attraversano l’Iran a bordo di un vecchio camion, e Le regard, 2006. Il documentario Harat, in cui racconta la sua famiglia, viene presentato al Festival internazionale del film Locarno nella sezione Ici et ailleurs nel 2007 e viene premiato al Festival dei popoli di Firenze nel 2007.
Nessuno tra i suoi film è mai stato proiettato in Iran.
La regista stessa - che ammette di sentirsi molto sorvegliata malgrado viva all’estero - teme che la proiezione di questo film a un festival internazionale possa causare qualche ripercussione sui suoi familiari residenti nel suo Paese di origine.

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