La scelta editoriale GRANDI CARATTERI (MASSIMA LEGGIBILITÀ) delle Edizioni Angolo Manzoni di Torino si coniuga con la scelta editoriale ACCENTAZIONE ORTOÈPICA LINEARE di Cascina Macondo. La sinergia fra due importanti realtà culturali Torinesi potrebbe avere sviluppi interessanti e imprevedibili per il futuro. Alcuni autori del passato hanno criticato la scelta dell’Accademia della Crusca che nel 1600 decise di non utilizzare nella scrittura della lingua italiana l’accentazione ortoèpica, come invece fecero i francesi.

L’esperienza pluriennale di Cascina Macondo nell’ambito della dizione della lingua italiana e della lettura ad alta voce con i bambini, gli adolescenti, la dislessia, l’handicap, gli adulti, ha portato a un ripensamento. Nasce così la collana editoriale “Cascina Macondo” diretta da Pietro Tartamella per conto della Edizioni Angolo Manzoni: un piccolo marchio con due accenti, uno grave e uno acuto, sul fronte della copertina, indica che il libro è scritto con accentazione ortoèpica lineare. Enzo Bartolone, Direttore editoriale della casa editrice, da sempre sensibile al problema della fruibilità di un testo, ritiene che anche la corretta accentazione possa contribuire a una maggiore comprensione.

Perché una scelta così puntigliosa in un mondo che va sempre più di fretta?
Ce lo spiega Pietro Tartamella direttore artistico di Cascina Macondo, docente di dizione e lettura creativa ad alta voce, responsabile della nuova collana editoriale. Ce lo spiega con accentazione ortoepica lineare:
“Milioni di persone di ogni livèllo culturale spesso si imbàttono in paròle italiane che non sanno come pronunciare esattamente, spècie se si tratta di paròle pòco usate. Il risparmio di tèmpo, inchiòstro, professionalità, perseguito dai quotidiani e dai rotocalchi che stàmpano ogni giorno milioni di paròle in lingua italiana, non è motivazione sufficiènte a giustificare l’abbandono della precisione della nòstra lingua. Tròppo spesso gli adulti diménticano di vìvere circondati da una mirìade di bambini in fase evolutiva che stanno imparando la loro lingua madre. Diménticano altresì che òggi siamo circondati sèmpre più da migliàia di bambini stranièri. La precisione non può che aiutarli ad acquisire mèglio e più profondamente la lingua che parleranno, evitando loro incertezze e confusioni. La scelta di Cascina Macondo di stampare libri con scrittura ortoèpica lineare vuòle realizzare un sòrta di “patto di solidarietà” con il mondo infantile, ricordàndo agli adulti che ogni momento quel mondo infantile, di cui ogni adulto è responsàbile, vive e cresce sèmpre parallèlo al nòstro fianco. Per l’adulto molte còse pòssono èssere òvvie e scontate, ma non per il bambino. La scrittura ortoèpica, resistèndo alle tentazioni dell’ovvietà, mantiène viva la consapevolezza e la responsabilità degli adulti nei confronti dei bambini.

Ogni tipo di lettore può ricavare beneficio dalla scrittura ortoèpica: adulti alfabetizzati, laureati, bambini, insegnanti, studènti, stranièri, dislèssici, casalinghe, attori, anziani, giornalisti, polìtici. Rèndere un buòn servizio alla nòstra lingua italiana, con l’augurio che pòssa diventare davvero patrimònio di una collettività sèmpre più ampia e più consapévole, ci sembra insomma una còsa buòna.

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che ti porterà all'artìcolo sull'accentazione ortoèpica lineare che contiène il link per ascoltare una voce che pronuncia i suòni apèrti e chiusi delle vocali “e” ed “o” della lingua italiana. Basta ascoltarli un paio di vòlte attèntaménte, e hai già imparato.

In cosa consiste nel dettaglio l’ accentazione ortoèpica lineare?

“È l’applicazione di sètte sémplici règole. Cito le prime tre, le più importanti:

1) tutte le le vocali a, i, u contenute nelle paròle italiane hanno sèmpre suòno apèrto (à, ì, ù)

2) tutte le vocali “e” ed “o” contenute nelle paròle italiane hanno suòno chiuso. Quando hanno suòno apèrto lo indichiamo con l’accènto grave (quindi si accèntano tutte le vocali “e” ed “o” delle sìllabe tòniche che hanno suòno apèrto, anche le paròle piane). Es. portière, ruòta, accondiscendènza

3) tutte le paròle italiane sono piane (con accènto tònico sulla penùltima sìllaba). Quando non sono piane (tronche, sdrùcciole, bisdrùcciole) lo indichiamo con l’accènto ortoèpico (accènto grave o accènto acuto), ponèndo l’accènto anche sulle vocali à, ì, ù (càlcolo, fùlmine, mìlite, perché, canterò, telèfono, órdine, còstola, torpèdine)


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