I NEGRI
Appunti per una messa in scena di “I Negri” di Jean Genet




Un progetto di teatro musicale di GUSTAVO FRIGERIO
Adattamento di ALESSANDRA VANZI
Con BADARA SECK, FELICITE MBEZELE, KEBA SECK, AWA FATIM TALL, ALPHA DIENE
Percussioni ALPHA DIENE
Costumi PAOLA MARCHESIN
Luci LUCA STORARI
Aiuto regista STEFANIA DE SANTIS
Organizzazione MARCO SOLARI
Produzione ASSOCIAZIONE CULTURALE TEMPERAMENTI

L’idea primaria è quella di una messa in scena del testo di Genet con artisti africani residenti a Roma. Il progetto è nato dall’intuizione che l’incontro tra un regista italiano, degli artisti africani e il testo di Genet avrebbe potuto provocare un positivo cortocircuito in grado di non eludere le domande fondamentali poste dall’arrivo di altre culture nella nostra società.

L’enorme impatto dell’arte e della cultura africane sulle avanguardie europee non ha ancora esaurito la sua forza dirompente. Vedere cinque artisti africani in scena alle prese con il testo di Genet, utilizzando il loro canto, la loro musica e le loro danze crea ancora uno spaesamento inquietante e magico.

Lo straniero è ancora l’estraneo, soprattutto se è nero e africano, e per questo provoca fascino e paura al tempo stesso.

Una troupe di commedianti, guidati dal carismatico griot senegalese Badara Seck, insieme con la nota attrice camerunese Felicité Mbezele, i danzatori Keba Seck e Awa Fatim Tall, e il percussionista Alpha Diene, eseguono un buffo cerimoniale di messa a morte di una donna bianca e attraverso questa rappresentazione cercano di essere così come i bianchi se li immaginano; degli sporchi criminali.
Cercando di divertire il pubblico bianco, con la loro innocente selvatichezza, ci restituiscono la nostra presunzione di membri di una cultura superiore, o comunque di estimatori dell’esotico frutto di una cultura altra.
Le parole di Genet hanno ancora il potere di andare a pescare il nostro razzismo più profondo e ben nascosto dal fumo della multiculturalità. Il testo al contrario scandisce inesorabilmente le tappe di una differenza e di una estraneità irrisolvibili.
La forza evocativa del canto e della danza mettono in risonanza il senso delle parole e creano un evento pieno di energia e di follia, che lascia ampio spazio all’iniziativa degli artisti interpreti e al loro temperamento sregolato.
Genet parla di un “jazz deleterio” fatto di rutti, singhiozzi, suoni umani; e così questa sguaiatezza si fonde ad un’estrema eleganza dei gesti fisici e vocali, dei costumi e dei loro sgargianti colori.
Uno strano “teatro per bambini”, innocente e crudele, delicato e selvaggio, un po’ opera, un po’ teatro delle marionette; una “festa segreta” alla quale siamo invitati per alleviare la nostra tristezza di uomini “pallidi”.

25-26 marzo ore 21.00
LOCANDA ATLANDIDE
Via dei Lucani 22/B – tel. 0644704540
Roma


Associazione Culturale Temperamenti
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