Mario Monicelli

Al Festival del Cinema di Tehran (31 gennaio fino a 11 febbraio), un omaggio a Mario Monicelli. Il festival nazionale iraniano, Fajr (in persiano l'aurora), ha scelto tredici film per raccontare un veterano del cinema italiano.
Fonte:https://italian.irib.ir

Fajr, Festival del Cinema Iraniano
di Sergio Lo Gatto

Per il venticinquesimo anniversario, il Fajr Film Festival di Tehran, ha ospitato ben 240 pellicole, compresi anche i cortometraggi e i documentari. "È stato un record", ha annunciato nella cerimonia conclusiva, il segretario del festival Alireza Rezadad, orgoglioso di aver potuto presentare film, provenuti da 61 paesi diversi. Oltre a proporre fuori concorso le ultime uscite e i blockbuster internazionali, che arrivano con qualche settimana di ritardo per questioni di importazione dei diritti d'autore, quest'anno Abbas Kiarostami, una delle personalità cinematografiche e artistiche più autorevoli dell'Iran e curatore del Festival insieme a Mohammad-Hassan Pezeshk, ha personalmente invitato a Tehran il celeberrimo regista italiano Mario Monicelli , del quale viene proiettata una retrospettiva.
Tra le 65 opere di Monicelli ne sono state scelte 13, come simbolo dell'intenso lavoro condotto dal cineasta dal 1949 al 1984. Il primo titolo, "Un borghese piccolo piccolo", è stato proiettato martedì 6, a seguito di una lunga cerimonia al Film Museum of Iran (FMI), durante la quale Monicelli ha ricevuto un altro riconoscimento alla carriera (il secondo dopo il Leone d'oro del 1991), questa volta da un paese che vanta una storia cinematografica "solo di poco più vecchia di lui" medesimo.
"Sono davvero felice di visitare questo paese". ha commentato il nostro regista davanti agli organizzatori del festival, i cineasti locali e l'ambasciatore italiano a Tehran Roberto Toscano, "L'Iran possiede un grande cinema, acclamato nel mondo intero, specialmente in Italia". Il Maestro ha detto di credere molto nei film iraniani, in particolare quelli di Abbas Kiarostami, che gli sono più familiari e dei quali ama soprattutto "l'atmosfera aperta e il tono poetico". Ha poi proseguito estendendo il proprio apprezzamento anche al curioso senso dell'umorismo iraniano, che si è detto desideroso di conoscere tramite qualche pagina di letteratura.
Kiarostami ha risposto dicendo che "il popolo iraniano conosce e comprende con anima e corpo lo spirito satirico e comico", che affonda le radici in una "storia nazionale dei principi culturali".
"Si tratta di un'opportunità d'oro per i giovani cineasti iraniani" ha proseguito il regista: i film di Mario Monicelli, "così fluenti e pieni di satira", sono stati per lui una ragione per inventare e importare un mestiere.
Nella cerimonia conclusiva del festival, Monicelli è stato premiato dal grande attore iraniao Ezattolah Entezami.
Il programma della retrospettiva ha incluso film di Monicelli e Steno: "Totò cerca casa" (1949), "Vita da cani" (1950), "Guardie e ladri" (1951), "Totò e i re di Roma" (1952), "Totò e le donne" (1952). Poi Teheran avrà occasione di vedere "I soliti ignoti" (1958), "La grande guerra" (1959), che gli era valso una nomination all'Oscar come miglior film straniero e il Leone d'Oro a Venezia, "Vogliamo i colonnelli" (1973), "Amici miei" (1975) "Viaggio con Anita" (1979), "Il Marchese del Grillo" (1981), Amici miei atto II" (1982) e "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" (1984).